Letto nella traduzione integrale di Giacomo Leopardi quand’ero poco più che adolescente (quando da piccolo cercavo risposte che i grandi non sapevano darmi), anni dopo ritrovai su uno scaffale di una libreria questo libriccino (questo nella foto sotto è del ’94) nel quale, oltre la versione tradotta da Giacomi’, contiene anche un Bignami del testo originale:
Per non essere schiavi, libera versione di Dino Basili.
I già ridotti 53 capitoli che compongono il Manuale di Epitteto tradotti dal Poeta recanatese, nella versione del Basili s’assottigliano a 36, corti corti. Leggerli impegna pochi minuti. Assimilarli qualche decennio. Applicarli, per i più, forse non basta una vita.
Replicando l’intervallo che spezzava le ore centrali di quando si andava a scuola ho introdotto alcune mie foto tra una quartina di norme e l’altra a mo’ di ricreazione perché, anche se brevissimi, ritengo che tali Precetti non possano essere letti tutti d’un fiato dall’inizio alla fine.
Come suggeriva un mio maestro del liceo, un sommo professore di matematica e fisica con i quale instaurai un rapporto di “Entanglement”, è salutare aver digerito ben bene il pasto precedente prima di rimettersi a tavola.
Mi auguro che la lettura di questa breve opera del Basili possa essere di qualche giovamento per coloro che sono alla ricerca della Serenità.
Mamo
Brevi note su Epitteto tratte da Treccani (http://www.treccani.it/index.html):
- Epitteto Filosofo (Ierapoli di Frigia 50 d.C. ca. – Nicopoli, Epiro, 125/130 d.C. ca.). Nacque schiavo di Epafrodito, liberto di Nerone; emancipato, fu a Roma scolaro dello stoico Musonio Rufo e quindi insegnò egli stesso filosofia stoica. Bandito da Roma da Domiziano, si stabilì a Nicopoli, dove fondò una scuola che fu molto frequentata. Non scrisse nulla, ma il discepolo Arriano di Nicomedia trascrisse e pubblicò le sue lezioni sotto il titolo di Diatribe o Dissertazioni (Διατριβαί), e ne riassunse le massime più importanti nel Manuale (᾿Εγχειρίδιον)…..
PER NON ESSERE SCHIAVI
1)
Alcune cose dipendono da noi, altre ci sfuggono completamente. Giudicare, decidere, desiderare, avversare: possiamo farlo in tutta libertà, senza chiedere il permesso a nessuno. Il corpo, le ricchezze, gli incarichi, il successo sono fuori dal nostro potere. Oggi possono esserci, domani no. Sono instabili e deboli, chiunque può toglierceli. Per intero oppure in parte.
Di conseguenza, sarai sempre in difficoltà o di cattivo umore se riterrai tuo, o soltanto libero, quello che invece, per natura, non lo è. Nessuno potrà ostacolarti o danneggiarti, anzi non avrai nemici, se smetterai di considerare tuo quello che non è e non potrà mai essere tuo, perché soggetto ad altri.
2)
“Senza piena coerenza non si percorre la strada della saggezza. Ad alcuni beni materiali dovrai rinunciare per sempre, ad altri temporaneamente. L’equilibrio interiore è inconciliabile con il potere e i miliardi. Se raggiungi l’uno, non potrai conquistare gli altri e viceversa. Davanti a un’apparenza (e lo è tutto ciò che non è in tuo potere) devi essere capace di dire subito: Non mi riguarda.
3)
Il desiderio chiede di essere appagato; l’avversione non vuole il successo di quello che avversa. Un fallimento, in entrambi i casi, rende grama la vita. Perciò devi respingere soltanto ciò che è contro natura ed è in tuo potere evitare. Sciagurato l’uomo che è impaurito dalla morte, dalla malattia e dalla povertà.
E i desideri? Devi tenerli al guinzaglio finché non sei in grado di riconoscere quelli che sono in tuo potere e quelli che non lo sono. Comunque siano semplici e misurati.
4)
E’ naturale che persone o cose ti siano più o meno congeniali, ma non dimenticare che possono esserci o non esserci. Prediligi un vaso? Tieni presente che può rompersi. Ami tua moglie, tuo figlio? Non scordare che sono, come te, esseri mortali.
5)
Più che dagli eventi l’uomo è turbato dalla sua opinione degli eventi. Non è terribile la morte, ma l’etichetta di terribilità che le diamo.
Problemi, turbamenti, angosce sono in noi, nei nostri pensieri. E’ sciocco attribuirne agli altri le responsabilità.
Il saggio non cerca all’esterno la causa delle sue sventure. Chi le trova in se stesso è, per metà, nel giusto. E’ saggio per intero chi non accusa né se stesso né gli altri.
6)
La nave approda e scendi per il rifornimento d’acqua. Se vuoi, attardi sulla spiaggia, raccogli una conchiglia o un frutto; ma non perdere d’occhio la nave, perché il pilota potrebbe farti segnali.
E quando chiama torna indietro di corsa. Altrimenti rischi di fare la fine di una pecora.
Uguale atteggiamento devi avere nella vita. Puoi sposarti, aver figli e interessanti occupazioni. Al fischio del pilota, però, salta a bordo senza voltarti per vedere quello che lasci. Se hai una certa età, fai il possibile per rimanere vicino alla nave. Potresti non sentire il richiamo o non arrivare in tempo.
7)
Non puoi pretendere che gli eventi abbiano il corso desiderato. E’ bene che vadano come vanno.
8)
Una malattia piega soltanto gli uomini con l’animo cedevole. Ti capita un incidente? Ricorda che la mente sana non può essere offuscata da gambe inferme.
9)
Dentro di te possiedi gli strumenti per superare ogni prova. La continenza batte le tentazioni, la forza vince le fatiche, la pazienza annulla le offese. Abituati a non essere vittima delle apparenze.
10)
Non si perde nulla: si restituisce. Hai qualcuno, qualcosa? Goditeli e abbine cura: è un prestito. Comportati come il viaggiatore che lascia ad altri la camera dell’albergo.
11)
Anteponi a tutto la tua serenità. L’indigenza è meglio della paura, il fratello ingrato dell’infelicità. Il cammino della saggezza comincia dalle inezie. Sbagli un’ operazione, ti portano via qualcosa? Devi subito dire a re stesso: il prezzo della mia pace interiore non può essere così basso. Chiami un amico? Può non sentirti o può fingere di non averti sentito. Comunque, il tuo spirito non può essere alterato dalle sue sordità.
12)
Sopporta chi ti giudica un po’ svitato perché non riesce a comprendere il completo distacco dall’esteriorità. Però non darti arie da superuomo e aumenta la vigilanza se qualcuno esalta la tua saggezza. E’ arduo mantenere l’animo integro e insieme le apparenze. Fatalmente, una cura esclude l’altra.
13)
Chi ha il potere di dare o togliere a un uomo ciò che desidera o respinge è il padrone di quell’uomo. Perciò chi vuol essere libero, non deve desiderare né respingere ciò che non gli appartiene. In caso contrario sarà schiavo.
14)
Non dimenticare mai che sei un semplice attore: il dramma è scritto e diretto altrove. Potrai avere la parte di uno straccione, d’uno zoppo, d’un ministro o d’un uomo comune. Interpreta bene il tuo personaggio, qualunque sia. E’ l’unico dovere che hai.
15)
Un uccellaccio del malaugurio è tale soltanto per chi è incapace di ragionare. Per il saggio è fausto ogni presagio: egli infatti può trarre profitto da qualunque evenienza.
16)
E’ facile essere invincibili. Basta non scendere in campo quando non esiste, perché non dipende da te, alcuna possibilità di vittoria.
17)
Beato colui che ha incarichi di prestigio, ricchezza e successo! Espressione quanto mai infelice… Beato è solo l’uomo libero. E per esserlo la strada è obbligata: nessun interesse, neppure l’ombra, per quanto non può essere in suo potere.
18)
Il saggio tiene ogni giorno davanti agli occhi quello che, all’apparenza, è più amaro del fiele. Guarda soprattutto la morte, e così allontana i pensieri indegni e le voglie insane.
19)
Il saggio non deroga dai suoi principi per far piacere a qualcuno. Deve accontentarsi di essere saggio: se oltre ad esserlo vuole pure sembrarlo, lo sembri a se stesso. Basta e avanza.
20)
Un altro è stato chiamato per un incarico ambito, un discorso importante, un pranzo d’onore? Se ciò è positivo, complimentati con lui. Se invece non lo è, perché soffrire? Eppoi, se non muovi un dito per ottenere quei presunti privilegi, come è giusto non muoverlo, per quale motivo dovresti essere preferito?
Chi evita le anticamere dei potenti, chi non è sempre ai loro ordini, chi non li adula non può essere sullo stesso piano di chi è pronto a pagare certi prezzi. Saresti ingiusto e ingordo se la pensassi diversamente.
Quanto costa una pianta di lattuga? Mettiamo che occorrano duemila lire. C’è chi paga e prende la lattuga. E c’è chi si tiene il denaro e rinuncia alla lattuga. Si può dire che l’uno è più fortunato dell’altro?
Non hai ricevuto un incarico o un invito? Vuol dire che non hai sborsato il necessario: cioè le premure servili che in genere piacciono tanto ai potenti. Chi non si umilia e pretende la chiamata è uno sciocco.
Al posto dell’incarico o del pranzo che cosa avrò? Non è un premio dappoco star fuori dal corso degli adulatori, star lontano dalle soglie che non meritano di essere varcate.
21)
Forte sarebbe la tua collera se il primo venuto avesse la pretesa di comandare alle tue braccia o alle tue gambe. Perché allora non reagisci quando il tuo animo è abbandonato ai capricci di chi può alterarlo con una semplice smorfia?
22)
Un padre va curato ed obbedito, anche se è cattivo e ti picchia. La natura di dà un padre, non un buon padre. Lo stesso ragionamento vale per tuo fratello: devi essergli fratello a prescindere dal suo comportamento. E come puoi essere offeso se non ritieni di essere offeso? Con chiunque, vicino di casa o primo ministro, commisura i doveri al carattere del reciproco rapporto.
23)
Taci quant’è possibile. Se devi parlare, scegli bene le parole. Elimina dalle conversazioni i commenti alle gare sportive, le disquisizioni sui menù, le previsioni del tempo e tutti i discorsi banali. Evita di citare le persone assenti, anche se vorresti lodarle, e non fare mai confronti.
In casa cerca di rimettere in carreggiata ogni discussione. Con gli estranei non esporti. Ridi con parsimonia e quando merita. Non sghignazzare.
Giura soltanto se è indispensabile.
Non sedere a tavola con gente sconosciuta o volgare. Non lasciarti trascinare in basso, dai commensali scriteriati.
Nel mangiare e bere bisogna essere parchi.
Nessun eccesso nei vestiti, nell’arredamento, nei servizi. Fai a meno del lusso e non ostentare ciò che possiedi.
Prima del matrimonio conviene la castità.
Se cedi anzitempo all’amore, non esagerare e non violare le leggi. Se non cedi, lascia in pace chi si ama e si diverte.
Quando ti riferiscono una calunnia non discolparti. Rispondi: Chi afferma quelle cose ignora i miei punti deboli, altrimenti avrebbe avuto ben altro da ridire.
Al concerto, allo stadio, al teatro non abbandonarti allo spettacolo. Non spellarti le mani negli applausi, non incitare, non ridere a crepapelle, non fischiare. Nessuna rappresentazione può condizionarti.
Scegli con attenzione gli oratori che ascolti.
Durante le lezioni, le conferenze, le conversazioni mantieni un atteggiamento serio, ma non supponente.
Se vai a trovare un ministro o un grande manager, metti in conto una serie di problemi. Forse non è reperibile, forse si farà negare, inventerà una scusa per non riceverti o fingerà di ascoltarti. Insomma, se decidi di andare, non sbuffare e non inquietarti. Soltantio gli sciocchi si indispettiscono per gli eventi esterni.
Nei salotti o in ufficio non raccontare le tue avventure: belle o brutte, gravi o leggere che siano. E’ raro che possano davvero interessare.
Non sforzarti di far ridere: potresti essere scambiato per un buffone. Guardati anche dai discorsi osceni. Se qualcuno li fa davanti a te, riprendilo o almeno dimostra disagio: a volte basta un’occhiata.
24)
Il piacere prende e sconvolge: non piegarti alle tentazioni del sesso, della gola e del gioco. Indugia e rifletti. Al desiderio contrapponi il dominio di te stesso, soddisfazione non piccola. Se l’onda continua ad avanzare, mantieni un minimo di controllo e pensa che vincere è meglio di essere vinto.
25)
Quando hai deciso di fare questo o quello, anche se l’azione può essere discutibile, muoviti alla luce del sole. E’ sbagliato fare così? Allora non farlo. Lo ritieni giusto? Non hai niente da temere.
26)
Non pretendere un ruolo superiore alle tue possibilità. Farai una brutta figura e, nello stesso tempo, perderai l’occasione per ben meritare nel modo che ti è congeniale.
27)
La misura delle scarpe dev’essere esatta: né più lunga né più larga dei piedi. Identico è il discorso per gli altri beni materiali: ognuno deve possederli in proporzione alle sue esigenze complessive.
Se non troverai, con l’aiuto della moderazione, il giusto equilibrio tra l’avere e l’essere, rotolerai nel precipizio senza fine dei desideri.
Ricorda che il senso del limite, una volta perduto, raramente si riacquista.
28)
Qualcuno si lava in fretta? Non dire che si lava male, limitati a sostenere che si lava in fretta. Qualcuno tracanna molto vino? Non affermare che beve male, fermati alla costatazione che beve molto.
Osservare è un conto, valutare un altro. Sono due operazioni che devi tenere sempre distinte.
29)
E’ segno di pochezza smarrirsi nelle cure del corpo, nella tavola, nella ginnastica, nei giochi d’amore. Il saggio spende le sue risorse soprattutto per migliorare lo spirito.
30)
Qualcuno spettegola sul tuo conto? Lo fa perché ritiene giusto comportarsi così. Sono discorsi suoi, non tuoi, e quindi ne subirà le conseguenze. Il danno lo paga sempre chi inganna se stesso.
31)
Io ho più soldi di te e quindi valgo di più afferma uno sciocco. Io parlo meglio di te e quindi sono superiore sostiene un altro sciocco. Il primo è più ricco, il secondo più eloquente. Tu, però, non sei né soldi né parole.
32)
La pecora non vomita l’erba per provare di aver brucato: quand’è il momento, produce lana e latte. Così, è inutile la recita delle massime. Devi applicarle quando le hai digerite.
33)
Per il filosofo il bene e il male dipendono dalla sua realtà interiore. Per gli altri, tutto è condizionato dall’esterno.
34)
Sintomi di saggezza sono: non lodare nessuno e sorridere dentro di sé quando arrivano i complimenti, non disprezzare nessuno e non ritenersi valoroso e colto, non accusare nessuno e prendersi la colpa di ogni cosa che non va, non criticare nessuno e lasciar cadere ogni critica superficiale.
Il saggio procede con la circospezione d’un adolescente, è privo di desideri e avversa soltanto quello che è contro natura o che è in suo potere, non decide mai sul tamburo, non teme di apparire ignorante o poco intelligente. In breve, si tiene d’occhio come se fosse un nemico.
35)
Segui passo passo i tuoi propositi come se fossero altrettante leggi, come se abbandonarli fosse un peccato grave. E non badare su quello che si dirà sul tuo conto: non è più affar tuo, non è in tuo potere.
36)
Il volere divino esiste e regge il mondo secondo giustizia. Tu devi esser pronto, in ogni caso, ad accettare la superiore provvidenza. Se lo farai, non avrai alcun motivo di lamentarti o di lanciare accuse contro il cielo per averti tradito.
Prega così:
Dio, portami dove vuoi: io ti seguirò con animo lieto. Tanto, voglia o non voglia, il mio destino lo stabilisci tu.
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