VIVERE ALCALINI, VIVERE FELICI: Andrea Grieco

“Quando una persona desidera veramente ritrovare la salute, prima bisogna chiederle se sia disposta a sopprimere le cause della sua malattia: soltanto allora sarà possibile aiutarla.”
– Ippocrate –

Non c’è dubbio. La vita è fatta di conoscenze e di buone contemplazioni. Quando assumiamo un atteggiamento sinceramente aperto nei confronti del prossimo, i personaggi che incontriamo lungo il nostro incedere possono determinare la qualità dalla nostra esistenza. La ricchezza dell’uomo è l’uomo. Tutto il resto è ben poca cosa.

Un sabato mattina ricevo la telefonata di un’amica, Arianna Bitti, che mi fa:
“Massimo, oggi pomeriggio ricevo la visita di due illustri medici che terranno un seminario ad uno dei miei corsi. Sono dei personaggi straordinari. Se non hai impegni, ci terrei che tu fossi presente. Te li vorrei far conoscere perché sono convinta che li troverai molto interessanti. Se sei d’accordo ti aspetto nello studio di Civitanova Marche.”

“OK – le dico – però sono senza macchina. Prenderò un treno e ti raggiungo.”

“Ma quale treno! – mi risponde – Ti faccio venire a prendere da uno dei miei allievi dopo pranzo. Ciao!”

E’ così che ho conosciuto il dottor Andrea Grieco, medico specialista in Neurologia e Nefrologia, Psicoterapeuta, perfezionato in Medicina Naturale ed esperto in Agopuntura.

“Ciao Andrea, so bene che ti sto sottraendo del tempo prezioso perché di là c’è una platea che t’aspetta. Arianna è entusiasta del tuo modo di pensare. Ti andrebbe di espormi brevemente la tua filosofia?”

“Volentieri! Innanzitutto vorrei puntualizzare che, oltre le specializzazioni acquisite, mi considero un medico un po’ esperto nelle medicine naturali, dette alternative, anche se non esiste una medicina alternativa. C’è la medicina con la “M” maiuscola che poi integra i vari approcci, e sarebbe opportuno che ogni medico prendesse in considerazione senza rimanere chiuso nelle proprie barricate.

C’è un aspetto nuovo della medicina moderna che riguarda l’andare oltre la logica del sopprimere i sintomi della malattia, cosa alla quale diamo il nome di cura, ma che in realtà non cura. Con questo non si può negare che la medicina basata sulla soppressione dei sintomi faccia anche tanto bene. In particolare negli eventi acuti dove il paziente, a rischio di vita per qualunque problema, viene salvato dagli interventi farmacologici basati sulla logica di prendere i sintomi, valorizzarli, e pianificare un intervento.

Dove la medicina moderna manifesta i suoi limiti è nella gestione di quelle che noi chiamiamo malattie croniche, le quali non nascono croniche per loro scelta. Diventano croniche per la nostra incapacità, in qualità di medici, di far uscire quel paziente da quel processo patologico. Quella data malattia non è nata cronica il giorno prima, non stiamo festeggiando un parto. Stiamo semplicemente constatando che, dopo tanti anni di tentativi di compenso da parte di quell’organismo,ora sta lanciando un grido d’aiuto, non ce la fa più.

A quel punto siamo formati a fare la diagnosi di malattia, che spesso definiamo cronica. Questo capitolo delle malattie croniche non manifesta altro che la nostra incapacità di medici a far regredire quella malattia, e a far ritornare il paziente in buona salute.

Quando noi facciamo una diagnosi, quando noi facciamo degli esami, dobbiamo avere in mente un fatto. Stiamo facendo una fotografia di un processo biologico che è la vita, che prima di quell’istantanea si manteneva in un compenso di buona salute, e poi si è spostato sul lato malattia ma, proprio perché processo, in teoria potrebbe tornare sul versante salute.
Il problema lo crea una impostazione medica basata sull’instaurare la “terapia”, che poi terapia non è, perché in realtà non cura.

Sono dei trattamenti palliativi per controllare i sintomi più fastidiosi che inchiodano quella persona in quella malattia, in quella cronicità, perché una volta impostata la terapia non è più possibile tornare indietro. Questo per due motivi.

Il trattamento sintomatico del dolore in una malattia degenerativa porta ad una diminuzione del dolore stesso, quindi interromperlo vorrebbe dire far soffrire di nuovo quel paziente, e più passa il tempo e più la biologia si indebolisce, dunque quella persona non sarebbe più in grado di reagire adottando altri metodi.
Poi c’è da considerare che l’interruzione di queste terapie canonizzate avrebbe dei risvolti anche di carattere medico-legale, e nessun medico si assumerebbe tale responsabilità.

A quel punto si va avanti con delle vite che si, avranno meno disturbi, ma che poi pagheranno il prezzo di terapie fatte di 5/10 compresse al giorno che allevieranno i dolori ma, al contempo, toglieranno il piacere del vivere in un corpo il più possibile sano.

Tu mi hai chiesto di esporti la mia filosofia. Presto fatto!

Sostengo quella che io chiamo la “Medicina della Salute”, dove il medico riscopre il suo compito primario, cioè quello di aiutare la persona a mantenersi in buona salute, piuttosto che intervenire quando “il latte è versato”.

Sai qual’è il paradosso? Noi medici, ed io in primis, veniamo formati ad essere gli esperti della malattia. Studiamo il sintomo, e studiamo il sistema per sopprimerlo, pensando che il sintomo sia la malattia. In realtà il sintomo è la semplice espressione del processo patologico.

Ti faccio un esempio. Quando compare un’infiammazione, nell’immaginifico della gente, e purtroppo anche in quello di tanti miei colleghi, si pensa subito ad una malattia, e immediatamente si ricorre ad un farmaco la cui denominazione presenti il prefisso “anti”: anti questo, anti quello, anti quell’altro. In realtà l’infiammazione non è una malattia, e guai sopprimerla. E’ la giusta reazione del sistema immunitario per combattere un intruso nel nostro organismo. Semmai quell’infiammazione andrà modulata quando è eccessiva, e non indiscriminatamente alla prima comparsa.

Ho svolto per 8 anni la professione di medico di base, e quando ai miei pazienti non prescrivevo nessun farmaco, ma consigliavo loro qualche accorgimento comportamentale, uscivano dall’ambulatorio quasi infastiditi. Nell’opinione comune il medico dovrebbe essere un riempitore del ricettario. L’equazione più medicine più salute è sbagliata!

Per mantenersi in forma bisogna seguire delle regole che io chiamo “Uno Stile di Vita”, che contempli a 360° le norme dettate da una saggezza millenaria che la scienza, nel suo progredire, non fa altro che convalidare.

Nei miei libri “Vivere alcalini, vivere felici”, “Un Papa per amico”, durante le mie conferenze e negli incontri con i miei pazienti tratto questi argomenti, convinto della validità delle esperienze maturate e come uomo, e come scienziato.”

Per ora ho letto “Vivere alcalini, vivere felici” e sono rimasto gradevolmente colpito dalla leggerezza del dottor Grieco nell’esporre concetti di profonda scienza tramite un linguaggio che sarebbe comprensibile anche da un bambino. Si sa! Soltanto i bravi riescono a far sembrare tutto semplice.

Voglio concludere con una “tua” riflessione Doc, una frase che mentre la pronunciavi mi sembrava di aver già incontrato in qualche lettura, ma che importa? A me capita spesso la stessa cosa: quando un concetto mi piace lo interiorizzo e, passato del tempo, non ricordo più se è farina del mio sacco, oppure l’ho preso in prestito da qualche pensatore che ho incrociato per via.
In ogni caso, fondamentale è arrivare alle stesse conclusioni.

“Una nuova teoria, prima viene rifiutata, poi criticata, poi tollerata, poi parzialmente ammessa, poi accettata, infine riconosciuta come verità scientifica; nel frattempo, almeno una generazione è già passata.”

Quando esci dalla strada battuta, rimani sempre da solo.
Che voi fa’!?…ahahah….

Mamo

Nella foto Andrea Grieco con Mauro Corona.