STELLE, UOMINI E NAVIGAZIONE: di Claudio Bernacchia

I racconti di Claudio, Vice Presidente dell’Associazione Astrofili ALPHA GEMINI

 

Nel canto quinto dell’Odissea troviamo Ulisse ospite, nell’isola di Ogigia, della bellissima ninfa Calipso.  Il soggiorno è piacevole perché la dea è innamorata del nostro eroe e lo circonda di ogni dolcezza arrivando addirittura a proporgli di abbandonare la sua condizione umana e divenire come lei immortale.

Si può immaginare condizione migliore per un uomo? Eppure il nostro eroe si sente, ovunque si trovi, pellegrino cioè straniero. Vorrebbe partire e riprendere il mare verso la lontana ed amata patria. La vicenda mette in evidenza i desideri profondi, a volte a noi stessi sconosciuti, del nostro cuore. C’è qualcosa di più importante del poter godere delle ricchezze e della bellezza addirittura di una dea immortale. Nell’animo umano c’è un bisogno insopprimibile di un viaggio verso una meta lontana. L’isola dove si svolge la vicenda della dea Calipso e di Ulisse è stupenda. Hermes, il messaggero inviato da Zeus per intimare alla ninfa di lasciar partire l’amato Ulisse, giunto sul luogo, pur essendo un dio, si stupisce di tanta bellezza e si sofferma qualche attimo, prima di entrare nella grotta della ninfa, a contemplarne la magnificenza. La dea deve cedere, con ogni lusinga cerca di trattenere l’eroe nella sua isola ma anch’essa deve sottostare ad una volontà, quella di Zeus, superiore alla sua. Questo ci indica che nessuna volontà per quanto potente può distruggere totalmente e per sempre la libertà umana. Suo malgrado, la dea dai riccioli belli, fornisce ad Ulisse una scure di bronzo ed un’ascia affilata in modo che, lo scaltro eroe, possa costruire una zattera.

Claudio Bernacchia: sua la foto di copertina, scattata in località Forca Canepine – Nikon D7000, 6 sec, ISO 6400, 135 mm f 2.8

 

Il giorno dopo, nelle silenziose foreste dell’isola, s’odono i colpi dell’ascia di Ulisse che prepara i tronchi. Il suo cuore si è aperto alla speranza e i suoi polmoni respirano a fondo l’odore penetrante del mare e della resina dei tronchi che sta lavorando. E’ pronto ad affrontare lo sconosciuto mare. Ognuno di noi nella sua mente assembla continuamente i propri legni per costruire zattere e uscire nel mare aperto della libertà abbandonando le regole e le convenienze in cui viviamo. Spesso, sono solo sogni, a volte anche alienanti. Anche per questo ammiriamo Ulisse e tifiamo per lui. Ecco il gran giorno. La zattera, tra gli spruzzi della schiuma, precipita nel mare violaceo e profondo. La dea Calipso sconsolata dopo un’ultima notte di appassionato amore, lava l’amato Ulisse, riempie la zattera dei viveri necessari, e gli dona un cortese vento che lo conduca per lo sterminato mare. Come ultimo servizio gli indica come navigare. Diamo la parola al poeta Omero:

“Lieto spiegò la vela al vento il divino Ulisse, e sedeva al timone. Con abilità guidava la zattera: e non gli cadeva sulle palpebre il sonno. Guardava le Pleiadi, e Boote che tardi tramonta. E l’Orsa che chiamiamo anche col soprannome di carro: essa gira sempre lì, nello stesso punto, e spia Orione. E’ la sola stella che non prende parte ai bagni nelle acque dell’Oceano. Gli raccomandava Calipso, la divina tra le dee, di navigare tenendola sempre a sinistra.”

Ecco nell’ultimo verso un elemento importante per le navigazioni di ogni tipo : avere un orientamento, una direzione, altrimenti non si naviga ma si va alla deriva. Avere sulla sinistra l’orsa maggiore, come ha raccomandato la ninfa, significa avere in quella posizione il nord e quindi di conseguenza navigare verso est. A quei tempi, diversi millenni fa, i navigatori utilizzavano come riferimento per il nord proprio l’Orsa Maggiore che ,anche in quell’epoca, veniva indicata, nelle sette stelle più luminose che la compongono, come il carro. Il poeta dice che questa costellazione non si tuffa mai nel mare Oceano. Pur ruotando nel cielo non tramonta mai rimanendo sempre visibile. In termini moderni è quella chiamiamo una costellazione circumpolare.

 

Oggi la stella più vicina al nord geografico è la stella Polare che fa parte della costellazione dell’Orsa Minore comunemente indicata come il piccolo carro. Questo modificazione è avvenuta a causa dello spostamento dell’asse di rotazione terrestre. Fenomeno che prende il nome di precessione degli equinozi. La posizione dell’asse di rotazione terrestre si sposta lentamente sullo sfondo delle stelle fisse. E’ un po’ quello che accade alle trottole, con cui giocavano un tempo i bimbi, che quando perdono vigore, oltre a girare su se stesse, mostrano il lento ruotare dell’asse di rotazione. La trottola del mondo si comporta allo stesso modo. La terra compie un giro su se stessa in un sol giorno e il suo asse di rotazione invece compie un giro completo in quasi 26.000 anni. Una bazzecola. Di volta in volta al trascorrere dei millenni, l’asse, punterà verso stelle diverse. La direzione dell’asse di rotazione terrestre rappresenta la direzione del nord geografico.

 

Nella grande foto ogni cerchio rappresenta la traiettoria di una stella nel suo lento ruotare nel cielo. Il centro di tutte queste circonferenze concentriche corrisponde alla direzione dell’asse di rotazione terrestre e quindi al nord geografico. La stella nel cielo più vicina a questa posizione è la stella Polare. Vicina ma non coincidente. Se utilizzassimo la posizione della stella Polare per navigare nell’oceano dovremmo tener conto di questa differenza.

 

Normalmente non abbiamo occasione di vedere le traiettorie circolari che le stelle tracciano nel cielo nel loro cammino giornaliero. La particolare tecnica fotografica utilizzata per realizzare la foto, che consiste nel realizzare molte immagini in momenti diversi e poi unirle insieme, permette di evidenziarne il percorso. In realtà, dobbiamo ricordare, che non sono le stelle a ruotare bensì la Terra .Per comodità lasciamo pure che a ruotare siano le stelle e noi fermi e ben comodi sulla Terra alziamo gli occhi al cielo per osservarle, tanto l’effetto non cambia. Un altro strumento per orientarci è la bussola il cui ago punta verso nord ma non al nord geografico bensì a quello magnetico che si trova spostato ad una certa distanza. Anche in questo caso per avere un orientamento preciso dobbiamo introdurre delle correzioni che tengano conto di questa differenza. In conclusione si può dire che navigare è difficile ed è facile uscire di rotta , ma come ci direbbe il prode Ulisse in qualche modo è inevitabile.

Claudio Bernacchia