Ma come? – gli ho detto – sei un Motorola, non puoi farmi questo. T’ho portato in giro con me notte e giorno per una vita, t’ho fatto conoscere i roaming di mezzo mondo, non t’ho mai fatto mancare una ricarica né una batteria nuova quando ne avevi bisogno. Vogliamo parlare di quanto mi sei costato? Va bene, non abbassiamoci a questo livello, hai ragione, non è questo il punto. T’ho soffiato regolarmente col compressore quando diventavi quasi bianco da nero che sei, perché non sopportavi la polvere dei cantieri. Quando cadevi ero il primo a risollevarti, e tu eri felice, anche se un po’ ammaccato. T’ho fatto imparare a memoria più di 500 numeri di telefono, e tra quei numeri tu lo sai chi c’è, e adesso prendi e mi lasci?
Lui per un pajo di giorni ha provato a reagire, consapevole che me la stava facendo grossa, ma poi…….Va be’, adesso riposa in un cassetto accanto ad un altro come lui, blu, un po’ distanti dai Siemens e dagli Alcatel. Lui sa di essere stato uno speciale…chissà, un giorno troverò un programma di tuo gradimento, eee……
No, dicevo… io a Chiara non la posso chiamare, ma lei? Ha smarrito un Motorola anche lei e non s’è più ripresa?….Mah!….Comunq
Allora sai che faccio? Riporto una chiacchierata fatta circa un anno fa, quando ancora mi parlava….per telefono intendo.
Prima di tutto una presentazione.
Ha gareggiato ininterrottamente dal 1992 al 2013 vestendo sempre i colori dell’atletica AVIS Macerata.
Campione d’Italia individuale 60 ostacoli indoor (promesse – 2001).
Campione d’Italia individuale 100 ostacoli (promesse – 2001/2002).
Campione d’Italia staffetta 4×400 (allieve – 1997).
Sul podio in altri 12 Campionati Italiani di categoria, agli Universitari, e nelle finali Nazionali Studentesche, a partire dal 2° posto tra le cadette nel1995.
Ha vestito la maglia azzurra in occasione dell’Incontro Internazionale Grecia-Svizzera-Italia classificandosi 3°.
Record Italiano cadette 4×100 (1995).
Record Italiano promesse 4×100 (2001).
20 titoli di Campionessa Marche nelle varie categorie, oltre ai primati regionali 100 ostacoli e staffetta.
Detiene tutt’ora (sto parlando del 2015) i primati sociali dell’Atletica AVIS Macerata nelle seguenti distanze:
100 ostacoli e staffetta 4×100 (promesse).
100 ostacoli e staffetta 4×100 (juniores).
Stella d’Oro per i 22 anni d’attività.
“22 anni sono una cifra Chia’. Come funziona? Hai imparato prima a correre, poi a camminare?”
“E’ un bel tuffo nel passato quello che mi fai fare. Innanzi tutto vorrei ringraziarti per l’opportunità che mi dai per narrare un po’ della mia storia, e………”….( a questo punto la interrompo).
“Ferma tutto! Oh Chiara!…ma che fai, mi prendi per il culo? Chi è onorato è il sottoscritto. Mica sono io il campione!”
“OK, ti racconto. Diciamo che pratico sport da quando avevo 3 anni. Essendo alquanto vivace, fin da subito, mamma pensò bene di convogliare la mia esuberanza in qualche attività fisica.
Iniziai con il nuoto e l’ho praticato per 7 anni. Finché si trattava di giocare tutto andò bene. Arrivata in prima media mi proposero di gareggiare, e lì avvenne il blocco.
Sentivo che trascorrere ore in acqua a macinare vasche non mi interessava, quindi proposi a mia madre di provare un altro sport.
Quel giorno stesso avvenne l’incontro con Franco Lorenzetti, pilastro dell’Atletica AVIS, preparatore e direttore sportivo. Lui mi aveva già notato ai Giochi della Gioventù. Parlò con mamma, spiegandole che secondo lui potevo avere il potenziale per scendere in pista.
Fu così che entrai nell’atletica per percorrere un cammino lungo più di due decenni.
Ricordo con tenerezza le mie prime apparizioni al campo sportivo. Mi allenavo con i maschietti e dato che ero già abbastanza alta per la mia età li battevo regolarmente tutti.
Quell’ambiente mi piaceva e anche se inizialmente alternavo danza artistica ed atletica, dopo qualche tempo mi dedicai totalmente alla corsa.”
“Bel caratterino….volendo giocare con le parole, Chiara a 10 anni aveva le idee chiare.”
“Possiamo dire che le mie intuizioni hanno sempre ricevuto un grosso sostegno da parte dei miei genitori. Questo m’ha aiutata molto nel raggiungere i miei obiettivi. Si sono sempre prodigati affinché fossi felice nel fare ciò che mi piaceva. E’una fortuna che non capita a tutti i bambini.
Per farti un esempio. Abitavo a Passo di Treia e quasi tutti i giorni, finché non ho preso la patente, mi dovevano accompagnare a Macerata per gli allenamenti. Non che fosse una distanza enorme ma hanno dovuto sacrificare interi pomeriggi per sostenermi e il loro conforto è aumentato in maniera proporzionale alla mia crescita. A mano a mano che progredivo con i carichi di lavoro aumentavano anche quelli scolastici e quelli universitari.
Mamma, essendo un’insegnante, mi ha facilitato molto anche nello studio rendendomi l’apprendimento meno faticoso, cosa che mi ha permesso di conseguire due lauree nonostante gli impegni sportivi, una in Scienza della Formazione, e l’altra in Scienze Pedagogiche.
Sai, vivere in un ambiente rilassato, dove non ci sono grosse pressioni, è sicuramente un bel conforto. I miei mi hanno fatto sempre sentire la loro presenza senza mai forzare la mano. Vivere in questa atmosfera mi ha consentito di esprimere ciò che avevo dentro.
Ripeto, non è una situazione scontata, non tutti i figli hanno l’opportunità, la fortuna, di avere genitori come i miei. Probabilmente questo loro atteggiamento mi ha consentito di chiarirmi le idee, come dicevi tu.”
“Volendo ripercorrere la tua carriera d’atleta quali sono i ricordi più forti?”
“Innanzi tutto il piacer di praticare uno sport all’aria aperta. Come ti dicevo smisi il nuoto perché mi sentivo costretta. L’attrito con l’acqua, l’ambiente chiuso non facevano per me, per lo meno all’epoca. L’atletica mi dava un senso di libertà, che veniva accresciuto dallo stare con il gruppo di ragazzi e ragazze con le quali mi allenavo.
Un altro bellissimo ricordo sono i primi risultati conseguiti. Quando hai uno spirito competitivo, primeggiare ti dà una grossa carica e ti sprona a fare sempre meglio.
La mia specialità era i 100 ostacoli ma correvo anche le staffette. Quando dovevo disputare la 4×400, il giro della morte, la settimana prima della gara dimagrivo 2/3 chili…c’avevo un’ansia!
Nel 1997, a 17 anni, vincemmo i Campionati Italiani a Formia. Non saprei descriverti l’emozione e la soddisfazione di quel giorno, esperienze come quella ti fanno letteralmente toccare il cielo con un dito.
L’atletica, come qualsiasi altro sport, se tu dai ti dà molto. Sono tanti i ricordi e paradossalmente anche gli infortuni sono serviti a formarmi e a fissare momenti indelebili.”
“Per arrivare a certi livelli ci vuole tanto impegno. Parlami dei sacrifici.”
“Dipende cosa intendi per sacrifici. Certo, quando avevo 18 anni e le mie amiche passavano i pomeriggi a fare le “vasche” per il Corso, io, finito di studiare, andavo all’Helvia Recina (lo stadio di Macerata) e ci rimanevo fino alle 8 di sera.
Oppure quando il sabato andavamo a mangiare una pizza, finito di cenare, anziché andare in discoteca, tornavo a casa perché l’indomani o m’allenavo, o avevo una gara.
Le mie amiche mi dicevano che ero una “cagacazzi”, ma se fai dello sport la tua vita a qualcosa devi rinunciare. Però ero pienamente consapevole di quello che mi faceva stare bene, dunque quelle scelte erano prese a cuor leggero, non mi pesavano più di tanto perché avevo qualcosa di più importante da fare, più importante per me.
Lo sport è autodisciplina e alcune limitazioni te le devi imporre. Quando poi t’arriva la convocazione in Nazionale……….”
“OK…ma se dovessi darmi una data significativa?”
“Beh, al di là di tutte le belle soddisfazioni, se vuoi una data direi il 2003, un anno di svolta.
Pur superando tutti i test per entrare nelle Fiamme Azzurre rimasi fuori per un niente. Seguirono un paio d’infortuni e qualche mese dopo arrivò la laurea con relativo posto di lavoro. Oltre questa concatenazione di eventi tutti insieme, dovetti rinunciare alla guida di Sergio Biagetti, l’allenatore con il quale ero cresciuta, che nel frattempo si era trasferito. Troppi fatti in pochissimo tempo.
Stetti per un anno lontano dagli stadi, anno durante il quale dovetti riaggiustare il tiro. Avevo iniziato il lavoro da insegnante ma dato che sono una “bestia da lavoro”, nel 2005 tornai alle gare partecipando a diverse finali Nazionali.
Le ultime competizioni ad alto livello nel 2013. Nel 2003 quella misteriosa essenza che si chiama Destino fece il suo ingresso brutale nella mia vita resettando completamente i parametri del mio viaggio.
Con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Ora sono tranquilla di come sono andate le cose, anche se al momento soffrii non poco, e mi rendo conto di essere stata fortunata per aver vissuto tanto intensamente…una vita piena.
Rimane il fatto che la “bestia” che è in me rimane indomabile. Sai una cosa? Sto pensando di prepararmi per il triathlon….gareggerei anche adesso!”
Questo accadeva poco più di un anno fa, quando appunto Chiara mi raccontava un’ipotesi….il triathlon!? Poi ci siamo persi un po’ di vista e ho perso anche, tra i tanti, anche il suo numero.
Qualche giorno fa la foto su facebook mentre termina una gara……Tanto te ‘cchiappo, magari non a piedi perché non je la faccio più a mantenere una certa velocità, ma c’ho la bicicletta e con quella non me scappi…forse….e me dici tutto!
Un abbraccio bestia, bella bestia….Ciao Campionessaaa!
Mamo
ph dal Web