SOPRATTUTTO RISPETTO: Sergio Lattanzi

Questo pezzo l’avrei potuto intitolare “Non è mai troppo tardi”, è un adagio che mi piace, perché è mia convinzione che se un uomo cova dentro di se una passione, se è veramente tale, prima o poi la mette in essere.
E’ quello che ha fatto Sergio Lattanzi. Riesce a comprare, dopo tante rinunce, un suo Go-Kart quando ormai era “grande”, e dopo tre stagioni di gare, si è laureato Campione Italiano Pro Driver M.

“Sergio, quello che hai fatto mi sembra straordinario.”

“E’ una passione che ho sempre avuto, quella dei motori, trasmessami da un cugino più grande che seguivo quando anche lui correva. Ho dovuto aspettare tanto tempo prima di scendere in pista anch’io perché questo sport è molto costoso, e me lo sono potuto permettere solo quando il lavoro mi ha dato la possibilità economica. I primi approcci quando avevo 27 anni, con le auto, disputando garette amatoriali, ma quella di salire prima o poi su un kart da competizione era un’idea fissa nella mia testa.
Quattro anni fa, quel mio cugino che correva quando io ero piccolo, mi propose di acquistarne uno in società, ed è così che cominciò l’avventura. Dopo qualche mese di prove, le prime corse, e visto che andavo forte iniziai a crederci.”

“Alla luce dei risultati mi sembra che tu abbia fatto molto bene. Ho visto che la meccanica te la cura Andrea Accattoli. Tu pensa, più di trent’anni fa io correvo con il papà Renato. Grande pilota, corretto e velocissimo.”

“Passo più tempo con lui che con la mia ragazza. Tu sai che la ricetta per vincere è composta di tanti ingredienti. Andrea è figlio d’arte e un grande competente, quindi averlo accanto m’aiuta molto.
La sua funzione non si limita alla messa a punto del mezzo, direi che mette a posto anche me, è il mio trainer psicologico, quello che mi tranquillizza ma allo stesso tempo mi sprona di continuo a tirar fuori il meglio di me stesso. I non addetti ai lavori forse non lo sanno, ma per chi fa competizioni avere vicino una persona che si prende cura del tuo aspetto mentale è molto importante ai fini del risultato. Andrea con me lo sa fare molto bene.”

“Raccontami di quando hai vinto il titolo.”

“E’ stata un’emozione e una gioia incredibile. Ancora adesso, parlarne mi commuove. Ti racconto gli ultimi due giri di quella corsa. Avevo accumulato un certo vantaggio sul secondo, dunque potevo stare abbastanza tranquillo e amministrare fino al traguardo, ma nella testa iniziarono a scorrere mille pensieri, di tutto.
Quelli sono momenti terribili, non è facile mantenere il sangue freddo e perdere la concentrazione è un attimo. Sai com’è, mentre stai battagliando con qualcuno sei talmente immerso nella lotta che nient’altro ti sfiora, ma essere al comando in solitaria…ci vuole testa.
Quando ho percorso l’ultima curva e sono passato sotto la bandiera a scacchi non ci credevo.
Arrivato ai box, applausi, pacche sulle spalle, strette di mano, la televisione, i giornalisti, tutte cose alle quali non ero abituato. Momenti indescrivibili.”

“La mia domanda è ironica perché conosco bene la situazione, ma te la faccio lo stesso: conquistato il titolo sei stato contattato da qualche sponsor?”

“Ma come ci pensi!?…telefono muto. Fortunatamente la Galiffa Kart di Sant Egidio alla Vibrata mi aiuta fornendomi telai e motori per allenarmi e per disputare qualche gara nazionale, ma se dovessi fare affidamento su altri sponsor…a piedi, andrei a piedi.
Quest’anno avrei voluto gareggiare nell’Europeo, ma i costi sono improponibili. Ho fatto due conti e con Andrea abbiamo deciso di limitarci alle gare nazionali in vista dell’appuntamento di novembre nel quale tenterò di riconquistare il Titolo Italiano.
In ogni caso è già una grande fortuna ricevere il supporto di Franco Galiffa, perché senza di lui staremmo tutti a casa.
Questo sport, come tanti altri purtroppo, in Italia è poco seguito, per cui trovare sostegni da aziende o mecenati è quasi impossibile.
Ti dirò di più, per farti capire di quanta poca considerazione godiamo.
Tu sai che nella nostra città ogni anno si svolge il Galà dello Sport dove vengono solitamente premiati gli atleti che si sono distinti nelle varie competizioni. Io non so quanti campioni italiani abbia avuto Macerata nel 2013, ma a me non m’hanno neanche chiamato…pazienza.
Andremo avanti finché le nostre forze lo permetteranno, sempre sperando che il telefono un giorno squilli.”

“In Formula 1 non c’è più un pilota italiano, pensare che ai miei tempi correvano Patrese, De Angelis, De Cesaris, Alboreto, Capelli, Nannini, Caffi, Tarquini…praticamente un terzo dello schieramento in griglia. Pazzesco come il dio denaro gestisca le sorti de ‘sto mondo. Non lo so, forse i pochi soldi in circolazione in Italia impedisce anche la crescita di nuovi talenti ma, se ti fosse offerto, ti piacerebbe allevare dei giovani, come succede nelle Accademy del motociclismo, per esempio?”

“E’ una cosa alla quale ho già pensato e mi sto preparando per sostenere gli esami di istruttore federale. Credo che ogni ragazzo che si avvicini allo sport, e che intende fare competizioni, abbia bisogno di una guida che lo educhi fin dall’inizio ad un comportamento etico, oltre che tecnico. Troppe volte mi sono confrontato in pista con giovani di 18/19 anni che non tengono in minima considerazione l’avversario che hanno accanto. Pensano che fare competizione significhi non guardare sulla faccia a nessuno, pensano di andare in guerra, ma non è così che funziona. Io sono vecchio stile, credo al motto “L’avversario va battuto ma non umiliato”, dunque insegnerei il rispetto innanzitutto, in pista e nella vita.”

Caro Sergio, so’ più vecchio di te, e purtroppo sono testimone di una decadenza che sembra non avere limiti, ma forse non tutto è perduto. Imponiti sempre comunque, quando vedi qualche “ragazzaccio” che non rispetta le regole, perché forse non lo migliorerai, ma almeno te lo togli di torno, e per quanto riguarda i riconoscimenti…che te frega! Il titolo l’hai vinto è sei Campione Italiano. Questo sui libri rimarrà, l’operato del prossimo no.

Un abbraccio Campione, alla prossima…magari in pista….ahahah….

Mamo