DETTAGLI FONDAMENTALI: Marco Romiti

“Nel campo dell’osservazione, il caso favorisce soltanto la mente preparata.” – Louis Pasteur –

….e la fortuna aiuta gli audaci. Il “Caso” non è mai un caso, ne sono convinto.

“La prima vespa l’ho acquistata per caso. Avevo diciannove anni e come tu sai giocavo a pallone.
Un giorno, un amico che lavorava presso la concessionaria Piaggio di Macerata, mi informò che due anziani signori di Appignano, marito e moglie, avevano portato un vecchio modello di Vespa in officina, per venderla, ma il gestore non l’aveva presa in considerazione ritenendola poco appetibile commercialmente…. “Ma chi la compra?”
Conoscevo quel mezzo per il semplice fatto che pochi anni prima avevo avuto il mio “cinquantino” tre marce, come tanti ragazzi di quel periodo. Possiamo dire che in quegli anni lo scooter della Piaggio era il due ruote più diffuso e non c’era il minimo sentore di quel fenomeno che oggi tutti noi conosciamo.
Le sollecitazioni di quel mio amico m’incuriosirono, e così venni a sapere che quella era una delle prime Vespe arrivate nelle Marche, ed uno dei primi modelli in assoluto.
L’indomani presi il furgone e andammo in quel paesino del maceratese. Dopo una veloce trattativa la comprai, per quattro soldi.
Oggi è difficile stimare il valore di quel modello, una 98 cc del 1946, prima serie.
Dopo quella ne acquistai una seconda, una terza….praticamente quando avevo tempo andavo in giro per l’Italia per accaparrare i diversi modelli prodotti, e così arricchire la mia collezione. Una di quelle volte mi capitò di vedere un documento cartaceo che propagandava un evento di tanti anni prima, dove la Vespa era protagonista.”

“Racconta.”

“Ero andato a trovare un vecchio pilota che sapevo avere alcuni primi modelli di Vespa nel suo garage. Parlando mi mostrò foto e documenti che non immaginavo esistessero. Scoprii che dietro quel diffusissimo movimento creato dallo scooter di Pontedera si nascondeva un mondo ancor più affascinante.
Foto, statuti di club, locandine delle corse, trofei, manifestazioni organizzate, documenti che ancora nessuno aveva pensato di raccogliere e collezionare. Tutte testimonianze che descrivevano la storia di un mezzo meccanico capace di rivoluzionare la vita di un intero Paese nel dopoguerra.
Da quel pilota comprai una Vespa che non avevo e alcuni manifesti delle prime corse con quel mezzo.
A mano a mano che andavo avanti ci presi gusto e, ad un certo punto, mollai un po’ la ricerca di altri vecchi modelli per dedicarmi quasi esclusivamente alla raccolta di documenti.
All’inizio non ne parlavo con nessuno, forse neanche io ero pienamente consapevole che accatastare tutto quel materiale mi avrebbe portato alla realtà di oggi. C’ho messo più di trent’anni, una storia iniziata per caso, ed ora esiste un museo.”

“ Beh!…..essere il collezionista più completo al mondo penso sia una bella soddisfazione. Se fosse ancora in vita l’ingegner D’Ascanio credo sarebbe orgoglioso di te.”

“ Sai cosa mi fa tanto piacere? Le visite. Mi vengono a trovare appassionati, progettisti, piloti provenienti da tutto il mondo. Passiamo intere giornate a condividere una passione che ci accomuna, sono momenti emozionanti, anche perché ognuno ha una storia da raccontare.
Qualcuno pensa che abbia realizzato tutto questo per una squallida soddisfazione materiale. Beh, chi pensa così è del tutto fuori strada. Quando ero un calciatore andavo dove mi pagavano meglio. Questo museo è soltanto l’espressione di un amore…nato per caso.”

Queste quattro chiacchiere con Marco me le sono fatte all’interno dei locali adibiti a museo che il comune di Pollenza e la Regione Marche hanno destinato alla sua collezione….enciclopedica.
M’ha anche regalato una pubblicazione elegantissima, “Vite da Vespa”, curata da Alvaro Valentini, un volume fotografico e descrittivo di una bellezza straordinaria.
Parlando giorni dopo con un altro collezionista che lo conosce bene, sembra che la Piaggio stessa abbia provato a riscattare alcuni reperti che l’azienda stessa non ha nel suo museo, ma Marco è inflessibile…se li tiene…..Se non è amore questo!

“Ciò che chiamiamo caso non è e non può essere altro che la causa ignorata d’un effetto noto.” – Voltaire.
Il caso non esiste Marco. Sei un grande e basta.
Un grosso abbraccio

Mamo

ph dal Web